«L’iniziativa, sicuramente ben intenzionata, è controproducente. Essa porterà solo all’indebolimento della Svizzera come piazza economica.»
«In quanto paese fortemente dipendente dalle esportazioni, dovremmo seguire le soluzioni dei nostri vicini e non osare esperimenti audaci con lo Swiss Finish.»
«L’intenzione può essere buona, ma questa iniziativa è dannosa non solo per le imprese svizzere, ma anche per i Paesi interessati, poiché in questi Paesi si investirà meno per timore di azioni legali ricattatorie.»
«Il controprogetto non è un mostro burocratico in carta patinata, ma riprende con moderazione le preoccupazioni degli iniziativisti e al contempo pone la Svizzera tra i leader nella protezione dell’uomo e dell’ambiente.»
«Le buone intenzioni non bastano! Posso condividere il messaggio dietro all’iniziativa, ma così non funziona.»
«L’iniziativa è esagerata, danneggia la nostra economia, crea incertezza giuridica e svantaggi per le nostre imprese alle prese con la concorrenza internazionale. In ultima analisi sono i pericolo i posti di lavoro in Svizzera. Se diciamo NO, le nostre aziende sono comunque obbligate a rispettare standard elevati per quanto riguarda il lavoro minorile, il rispetto dei diritti umani, ecc. Rifiutare l’iniziativa è la soluzione migliore.»
«L’economia agisce in modo responsabile. I singoli problemi possono essere risolti già oggi. La dannosa iniziativa non è necessaria.»
«Buon proposito, via sbagliata! La soluzione svizzera alle sfide sociali è sempre stata una collaborazione tra imprese, Stato e ONG. Con annosi processi legali, inefficienti e costosi, ci spingiamo in un vicolo cieco.»
«Un buon proposito, ma completamente fuori luogo. Qualsiasi concorrente o rivale politico potrebbe scatenare in futuro un’ondata di cause legali. L’onere della prova spetta all’imputato. Ciò è contrario alla concezione del diritto e va respinto.»
«Ci assumiamo la responsabilità e rispondiamo a tutte le domande – dei tribunali degli Stati interessati e dell’opinione pubblica in Svizzera.»
«La responsabilità aziendale si basa principalmente sui valori. L’azienda e i suoi clienti devono assumersi insieme la responsabilità per quello che fanno o non fanno. Esigenze legali impossibili da rispettare non sono un contributo costruttivo.»
«Con l’iniziativa, le nostre PMI sono indifese contro le rivendicazioni abusive ed estorsive. Il controprogetto indiretto crea criteri più severi per il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente nella catena di fornitura.»
«Obiettivo condiviso, strada sbagliata. Un no all’iniziativa equivale ad un sì alle nostre aziende dopo la crisi del coronavirus.»
«No ad un boomerang per l’uomo e l’ambiente. No agli esperimenti rischiosi per lo Stato di diritto e le imprese.»
«Non indeboliamo ulteriormente la posizione della Svizzera come piazza economica, perché senza un’economia forte non può esistere un sistema sanitario forte.»
«È sorprendente che le stesse cerchie che sostengono questa iniziativa si oppongano a qualsiasi forma di interferenza occidentale nei paesi del Sud. Eppure l’iniziativa non è altro che un’ingerenza della Svizzera nei sistemi giuridici di questi Paesi. Se l’iniziativa venisse accettata, confermeremmo a questi Paesi che non sono capaci a fare molto e che le loro strutture e la loro cultura giuridica non sono all’altezza.»
«L’iniziativa è estrema. Il controprogetto riprende le giuste preoccupazioni di base dell’iniziativa e impegna l’economia. Voterò a favore del controprogetto.»
«L’iniziativa pone tutte le imprese svizzere sotto il sospetto generale, malgrado lo sviluppo economico sia il modo migliore per combattere la povertà.»
«La Svizzera non deve diventare un tribunale mondiale per azioni legali organizzate ed estorsive contro le PMI.»
«La controproposta impegna le imprese senza esporle ad azioni abusive.»
«Saranno colpite le imprese in Svizzera che dipendono dalle esportazioni. In caso di accettazione dell’iniziativa il danno sarebbe immenso.»
«L’iniziativa aumenta enormemente il rischio di tutte le attività estere delle imprese svizzere. Conduce a ricatti estorsivi e danneggia il nostro paese e tutti noi….»
«L’iniziativa ha dei buoni propositi, ma è completamente controproducente. Mira a singoli potenziali casi problematici, ma mette sotto tutela anche la stragrande maggioranza delle aziende svizzere serie e responsabili. Così apre la porta a cause legali abusive dalla Svizzera e dall’estero, danneggiando le fondamenta del nostro benessere. L’iniziativa va respinta con convinzione.»
«Le imprese si assumono le loro responsabilità. Ma non devono essere esposte all’arbitrio e all’abuso.»
«Ci atteniamo pienamente le direttive dell’UE e non abbiamo bisogno di aggiungere regole superflue che discriminano le aziende con sede in Svizzera.»
«L’iniziativa porta a una marea di cause, rende la Svizzera poco attraente come piazza economica e distrugge posti di lavoro.»
«Ben intenzionata, ma inutilizzabile nella sua applicazione per le autorità e le aziende!»
«Le imprese svizzere rappresentano già oggi un modello per un’attività economica responsabile in molti Paesi del mondo. Non c’è bisogno di regolamentazione o di superflui processi legali.»
«L’isolamento è pericoloso. Si cade nella solitudine.»
«L’adozione dell’iniziativa porta all’incertezza giuridica: veleno per la piazza economica svizzera.»
«Come spesso accade, nessuno ne beneficerà se non gli avvocati.»
«Questo è un momento completamente inappropriato per lasciarsi coinvolgere in un simile esperimento.»
«La fiducia è la chiave della responsabilità sociale collettiva e individuale.»
«L’iniziativa è un boomerang per la tutela dei diritti umani e dell’ambiente. Perché se le aziende svizzere si ritirano dai Paesi in via di sviluppo, tutti saranno perdenti.»
«Incertezza costante per le imprese svizzere? No all’estrema iniziativa che crea sfiducia!»
«L’iniziativa chiede più burocrazia, è un’ingerenza nel liberalismo economico e mette in discussione ulteriori impieghi.»
«Queste regole sarebbero uniche al mondo e danneggerebbero la nostra economia.»
«Prendiamoci cura della Svizzera come piazza economica, che è alla base del nostro benessere. Per questo dico No con convinzione all’iniziativa.»
«Disposizioni eccessive in materia di responsabilità non sono lo strumento giusto per rispettare i diritti umani e gli standard ambientali internazionali. Quindi, No all’iniziativa!»
«Ancora una volta, si vuole vendere alle PMI pan per focacce. L’iniziativa colpisce tutti. Anche i consumatori.»
«Questa iniziativa rappresenta un esperimento senza precedenti a livello mondiale e porta a rischi imprevedibili per le nostre aziende, lo stato di diritto e i tribunali – nel bel mezzo della crisi del coronavirus.»
«L’iniziativa indebolisce la posizione della Svizzera come piazza economica, comporta grandi rischi, anche per le PMI attive a livello internazionale, a causa dell’inversione dell’onere della prova e mette inutilmente a repentaglio i posti di lavoro nel nostro Paese.»
«L’iniziativa spinge le imprese svizzere a ritirarsi dai Paesi in via di sviluppo. Distrugge posti di lavoro e colpisce le persone più povere del mondo.»
«Penalizzare la piazza industriale svizzera durante la più grande crisi economica dalla seconda guerra mondiale? Certo che no! No alla dannosa iniziativa.»
«L’iniziativa ha nel mirino le grandi imprese, ma colpisce soprattutto le PMI che operano a livello internazionale. Essa le carica di gravi costi amministrativi, le rende responsabili di altri attori che non possono controllare e le pone sotto il sospetto generale a causa dell’inversione dell’onere della prova. Si tratta di un’iniziativa che non aiuta nessuno ma danneggia molti.»
«L’iniziativa fornisce una pericolosa sicurezza illusoria, che non tiene conto della responsabilità aziendale che già oggi esiste.»
«Questa iniziativa ostile all’economia mira a imporre il diritto svizzero ad altri Stati sovrani. Il (neo)imperialismo non ha alcun diritto di esistere nel 21mo secolo.»
«L’iniziativa non funziona e rappresenta una grave minaccia per la piazza economica svizzera. Aumenta il rischio e i costi per tutte le PMI. Dovremmo impedirlo.»
«In linea di principio, l’etica nella catena di fornitura deve essere riesaminata e rispettata. Ogni azienda certificata viene controllata e i fornitori vengono controllati dai clienti mediante un audit in loco. Per garantire che anche le pecore nere siano costrette in questa direzione, esistono mezzi più efficaci come le norme e gli obblighi di dichiarazione. L’iniziativa è pericolosa e comporta oneri aggiuntivi per settori che hanno già sviluppato la catena di fornitura in linea con l’iniziativa (che sono la maggioranza). Il consumatore, e quindi il mercato, può decidere dopo che i prodotti sono stati dichiarati. Gli acquisti su Internet, che permettono acquisti diretti da qualsiasi parte del mondo, non sono toccati dall’iniziativa e i produttori/dettaglianti svizzeri sono ulteriormente svantaggiati, anche se rispettano le pratiche di approvvigionamento etico. L’iniziativa è pericolosa, distrugge i posti di lavoro in Svizzera e deve essere respinta.»
«L’Iniziativa per imprese responsabili è troppo estrema e non è attuabile per le aziende. Ma lil controprogetto indiretto crea un impegno per l’importante obiettivo di una gestione sostenibile, senza esporre le aziende responsabili a cause legali abusive.»
«Il controprogetto si concentra sui settori critici del lavoro minorile e delle materie prime e non impone un onere inutile alle imprese svizzere. Quindi voto NO all’iniziativa indifferenziata.»
«La preoccupazione è giustificata, ma l’iniziativa si spinge troppo oltre in termini di portata e di risorse proposte.»
«L’iniziativa mette alla gogna collettivamente le aziende svizzere, ignora le attività esistenti e quindi danneggia la Svizzera. Il controprogetto avvia la Svizzera su un percorso coordinato a livello internazionale.»
«L’iniziativa pone sotto il sospetto generale anche il 99% delle aziende che agiscono in modo responsabile. …soffocando così l’attività imprenditoriale e mettendo a rischio i posti di lavoro.»
«L’iniziativa crea incertezza giuridica e indebolisce la piazza finanziaria e commerciale svizzera. Soprattutto in tempi come questi, non dobbiamo indebolirci. Con il controprogetto indiretto è sul tavolo una soluzione applicabile.»
«L’iniziativa rappresenta una minaccia per le PMI, che verrebbero indebolite dal punto di vista giuridico e potrebbero essere attaccate in Svizzera per atti commessi all’estero da società partner o filiali, talvolta addirittura per atti di diritto locale!»
«I governi dei paesi ospitanti hanno la responsabilità di garantire la protezione dei diritti umani e dell’ambiente. L’iniziativa non affronta questo problema fondamentale. Invece, cerca di mettere sotto ulteriore controllo migliaia di aziende gestite in modo responsabile.»
«Con il controprogetto all’iniziativa per imprese responsabili, il Parlamento ha trovato una buona via di mezzo come alternativa all’estrema iniziativa. Il controprogetto riprende in modo efficace la necessità di agire che è stata individuata e garantisce alle imprese svizzere una posizione di parità nella concorrenza globale. Dico quindi NO all’estrema iniziativa.»
«Le aziende svizzere si comportano in modo esemplare e responsabile in tutto il mondo. Non c’è bisogno di norme inutili e dannose che gonfiano la burocrazia e indeboliscono la competitività della Svizzera a lungo termine.»
«L’applicazione dei diritti umani e delle norme ambientali è compito dei paesi interessati. Compiti ufficiali non possono essere delegati a società e tribunali privati stranieri.»
«L’Iniziativa vuole la cosa giusta, ma non realizza l’obiettivo. Il controprogetto è la via più sensata.»
«L’iniziativa causa danni duraturi all’economia svizzera. Non dobbiamo essere accecati né farci sedurre da idee romantico-sociali.»
«Stesse condizioni per le aziende svizzere che per quelle estere.»
«Questo “Swiss Finish” danneggia l’intera economia – anche le PMI vengono coinvolte nel vortice burocratico e ricattatorio dell’iniziativa.»
«Le aziende svizzere agiscono in modo molto responsabile. L’iniziativa indebolirebbe le imprese svizzere con cause giudiziarie. Le aziende svizzere continuano a impegnarsi per uno sviluppo sostenibile.»
«No a un’iniziativa irrealistica e impraticabile; il controprogetto indiretto risponderà spontaneamente allo stesso obiettivo a cui tutti noi aderiamo.»
«Trovo arrogante quando, fuori dalla Svizzera, altri Paesi cercano di imporre norme che noi abbiamo già sviluppato nei secoli. Ma non solo: l’inutile burocrazia supplementare è una pura imposizione! Chi pagherà per questo nei tempi del coronavirus?
Inoltre, spesso viene nascosto che molti collaboratori di aziende svizzere nei paesi in via di sviluppo godono di un tenore di vita più elevato e di misure di sicurezza e salute migliori rispetto alla media nazionale, anche in assenza di normative statali svizzere. In definitiva, se queste norme verranno adottate, si porrà la questione di cosa resterà della competitività.»
«Gli imprenditori svizzeri sono tra i più responsabili e sostenibili al mondo. Questo impegno non dovrebbe essere ridotto da una burocrazia inutile e da falsi incentivi. Dicendo No all’iniziativa, faremo in modo che il pensiero e l’azione responsabile continuino ad avere valore anche in futuro.»
«L’iniziativa deve essere respinta. Gravando le aziende con burocrazia e ricorsi collettivi, quasi nulla cambierà a livello locale nei paesi colpiti. Aiutiamo localmente.»
«L’iniziativa per imprese responsabili è imprudente – ci sono modi migliori per proteggere i diritti umani.»
«Il testo dell’iniziativa e le dichiarazioni dei promotori si contraddicono a vicenda. Dicono che le PMI non sarebbero interessate. Ma questo non è nel testo dell’iniziativa. Ciò è per me un motivo importante per votare NO!»
«Secondo l’iniziativa, le PMI dovrebbero anche essere responsabili di dover controllare l’intera catena di fornitura all’estero per quanto riguarda gli standard ambientali e sociali. Le PMI sono così anche minacciate da cause legali che valgono milioni e ancora più burocrazia.
Una PMI dovrebbe dimostrare che non vengono violati standard ambientali o sociali in tutte le fasi. Ciò non è fattibile e avrebbe ripercussioni sui posti di lavoro in Svizzera. Ecco perché No all’iniziativa Per imprese responsabili»
«Un rischio dell’iniziativa è il danno collaterale che viene accettato per le aziende svizzere di tutte le dimensioni. L’altro pericolo è che le aziende svizzere riducano i loro impegni nei paesi in cui sono più necessarie. D’altro canto, vi sono indiscusse preoccupazioni per l’ambiente e i diritti umani, che possono però essere affrontate anche in modi più accettabili, come con il controprogetto.»
«Idea buona – ma manca l’obiettivo. Le preoccupazioni fondamentali dell’iniziativa sono contenute nel controprogetto, privo degli aspetti dannosi dell’iniziativa»
«L’iniziativa è frutto di buone intenzioni ma danneggia le PMI! Gli obblighi di controllo e i rischi di responsabilità civile comportano un notevole aumento del lavoro amministrativo e costi elevati!»
«L’iniziativa è estrema. Gli obblighi di controllo molto estesi colpiscono direttamente i clienti aziendali delle banche e rappresenterebbero un immenso sforzo burocratico e un ostacolo supplementare nell’erogazione di prestiti, soprattutto per le PMI. Il controprogetto equilibrato crea trasparenza nei settori della protezione ambientale e dei diritti umani ed è coordinato a livello internazionale.»
«L’assunzione di responsabilità fa parte della cultura delle imprese familiari svizzere. Affrontarla in modo globale per le filiali all’estero e i loro fornitori, come richiesto dall’iniziativa, supera le loro possibilità realistiche e metterebbe in pericolo in modo massiccio molte imprese svizzere!»
«L’iniziativa mira a porre fine alla via di successo di cooperazione tra l’economia, le ONG e gli attori locali. Si basa invece sul confronto e su processi costosi. Questo è l’approccio sbagliato e punisce già chi si assume le proprie responsabilità in tutto il mondo.»
«Le imprese svizzere non sono conosciute solo per i loro prodotti di qualità, ma anche per i loro elevati standard in patria e all’estero. L’iniziativa pone tutte le imprese sotto il sospetto generale – questo non solo è inappropriato, ma anche controproducente!»
«L'”iniziativa di distruzione delle imprese” porta a gravi problemi sociali, economici, legali e politici, oltre che a una notevole perdita di benessere. L’iniziativa estrema provoca danni enormi alle PMI e comporta la perdita di posti di lavoro. Un chiarissimo NO.»
«Non ci sta: il caseificio, che lavora il 90% del latte di un contadino, è pienamente responsabile del modo con cui il contadino fertilizza i suoi campi o di qualsiasi “lavoro minorile” dei membri della famiglia nella fattoria. Il regolamento si applica anche in Svizzera.»
«Le imprese vogliono e devono assumersi la responsabilità. Il controprogetto del Parlamento è mirato e moderato. L’iniziativa comporta rischi troppo elevati per tutte le imprese. Perciò bisogna sostenere il controprogetto e votare NO all’iniziativa.»
«Se l’economia svizzera diventasse fosse ricattabile, ne sarebbero colpite soprattutto le PMI, il che danneggerebbe gravemente il mercato del lavoro svizzero – per questo un chiaro NO all’iniziativa.»
«Come cittadino con doppia nazionalità, una cosa mi è chiara: il fair play nel lavoro quotidiano non deve fermarsi al confine nazionale. Ma non possiamo permetterci di imporre un monitoraggio e un controllo illimitato alle PMI svizzere.»
«Il controprogetto prevede obblighi di diligenza severi e integra gli strumenti esistenti per combattere il lavoro minorile. Se l’iniziativa fosse respinta, entrerebbe rapidamente in vigore. Servono soluzioni al posto del confronto: per questo NO all’iniziativa.»
«Imporre uno “Swiss Finish” alle nostre imprese all’estero, nel bel mezzo della crisi economica, è un suicidio economico a rate!»
«Obbligare le imprese svizzere a intentare azioni legali presso i tribunali svizzeri da parte di studi legali e organizzazioni straniere non aiuta i diritti dell’uomo. La stragrande maggioranza delle nostre imprese agisce in modo responsabile ed etico. Il controprogetto mette le nostre imprese nella giusta posizione per agire. Quindi no all’iniziativa!»
«Sono contro l’iniziativa per imprese responsabili, ma a favore del controprogetto indiretto, perché l’iniziativa oltrepassa il limite per quanto riguarda l’onere della prova, ma è giusta sul piano etico»
«L’iniziativa ha buone intenzioni, ma soddisfa soprattutto l’industria internazionale delle azioni legali. La responsabilità troppo estesa ed estorsiva indebolisce fortemente la piazza economica e mette in pericolo i posti di lavoro.»
«Non vogliamo nuove normative che limitino unilateralmente il nostro potere economico.»
«Dico NO all’iniziativa radicale per imprese responsabili perché il suo obiettivo non sarebbe raggiunto attraverso cause e processi infiniti. Per aiutare le persone sul campo in modo rapido ed efficace in caso di comportamenti scorretti, esistono già procedure extragiudiziali delle controversie basate sul dialogo, ad esempio nell’ambito dei punti di contatto nazionali dell’OCSE.»
«Diritti umani vincolanti, standard ambientali e condotta etica sono importanti per le aziende. Le aziende si sono già impegnate a rispettare questi standard e lo documentano nelle loro relazioni annuali, che sono ben accolte da molti. Eventuali violazioni possono essere perseguite in tutto il mondo in base al diritto locale, per cui la Svizzera non dovrebbe imporre la propria giurisdizione ad altri paesi. Un NO all’iniziativa per impres responsabili non è affatto un lasciapassare per lasciar correre sul piano etico.»
«Nella concorrenza internazionale, le imprese svizzere devono essere allo stesso livello dei loro concorrenti. Quindi un convincente NO all’iniziativa.»
«Anche le PMI svizzere sono interessate da questa iniziativa. Dovrebbero introdurre sistemi di controllo complessi, che potrebbero comportare enormi costi aggiuntivi.»
«Il rispetto per le persone e per l’ambiente dovrebbe essere una cosa ovvia per ogni imprenditore – e lo è per la maggior parte di loro. Ma l’iniziativa pone tutti in una situazione di sospetto e probabilmente punisce le persone sbagliate. Mettere in pericolo il nostro benessere per questo è assurdo.»
«L’iniziativa risponde a preoccupazioni giustificate, ma va oltre i limiti, danneggiando soprattutto le nostre PMI e la Svizzera come luogo di lavoro. Il controprogetto indiretto entra in vigore in caso di “No”, è proporzionato e tiene specificamente conto degli obblighi delle società.»
«La preoccupazione di fondo dell’iniziativa è lodevole. Ma non il progetto concreto, che non è attuabile e causa solo richieste eccessive ovunque. È un peccato.»
«Le imprese svizzere creano posti di lavoro in tutto il mondo collaborando al miglioramento delle condizioni di vita e dell’ambiente. L’iniziativa troppo radicale è un passo indietro e danneggia le persone colpite.»
«NO a questa iniziativa, che espone le imprese con sede in Svizzera al rischio di ricatti legali e non migliorerà la situazione dei diritti umani e dell’ambiente all’estero.
Scegliamo la cooperazione piuttosto che per la coercizione. Rispettiamo la sovranità collaborando con le autorità locali per realizzare un cambiamento sostenibile e ponderato, piuttosto che penalizzare inutilmente la nostra economia e i nostri posti di lavoro.»
«Le imprese svizzere lavorano secondo i più alti standard anche all’estero! L’iniziativa espone queste imprese a cause legali estorsive, il che è completamente controproducente e non aiuta né l’ambiente né i diritti umani.»
«Negli ultimi decenni le imprese svizzere hanno dato un contributo significativo allo sviluppo economico e alla riduzione della povertà investendo nei paesi in via di sviluppo. Ciò è stato possibile grazie a soluzioni basate sulla partnership e sulla cooperazione. L’iniziativa mette in discussione questo modello di cooperazione di successo e si concentra invece sul confronto. Le imprese svizzere diventerebbero così capri espiatori, senza che le sfide nei paesi in via di sviluppo vengano risolte in modo sostenibile.»
«L’opinione che questa iniziativa riguardi solo le grandi imprese è semplicemente sbagliata. Essa concerne tutte le PMI e quindi anche i posti di lavoro in Svizzera. La quantità di lavoro e, soprattutto, i numerosi controlli necessari non possono essere gestiti da aziende esportatrici.»
«Sono fortemente impegnata per il controprogetto del Parlamento e chiedo a tutti di considerare attentamente l’impatto dell’iniziativa. La posizione di partenza incerta delle nostre imprese porterà ad un’ulteriore inutile regolamentazione.
I problemi devono essere affrontati con decisione laddove è necessario intervenire. Punire tutte le aziende non è certamente la soluzione giusta e paralizzerebbe la Svizzera come piazza economica. Si può immaginare quali conseguenze ciò avrebbe in relazione al Covid_19.
Inoltre, conosciamo molti esempi positivi di come le aziende svizzere si impegnino adeguatamente per le relative problematiche. Vogliamo appesantirle con un aumento degli oneri amministrativi in modo che non possano più svolgere il lavoro essenziale? Non metto tutte le imprese sotto un sospetto generale – da qui un “no” all’iniziativa.»
«L’iniziativa ribalta i principi giuridici internazionali e crea un precedente per il diritto svizzero e i tribunali svizzeri. Si basa su un atteggiamento autoritario e non tiene conto delle leggi, dei tribunali e delle autorità straniere degli Stati sovrani. La Svizzera diventerebbe una sorta di poliziotto mondiale.»
«L’iniziativa pone tutte le imprese svizzere attive a livello internazionale sotto il sospetto generale e crea nuovi rischi e incertezze giuridiche. Soprattutto in tempi di coronavirus economicamente disastrosi dobbiamo astenerci da tali esperimenti.»
«L’iniziativa pone erroneamente le imprese svizzere sotto il sospetto generale e mira al confronto. In questo modo si ostacola un dialogo costruttivo con le autorità locali e le ONG. Da qui un NO all’iniziativa.»
«Sì al controprogetto affinché la Svizzera non diventi un Eldorado per il settore delle azioni legali internazionali!»
«L’iniziativa si spinge troppo oltre. Colpisce numerose PMI imponendo loro ulteriori ostacoli amministrativi. Nella crisi attuale, questo è il colpo di grazia per molte imprese!»
«Per quanto l’obiettivo sia lodevole, i mezzi proposti da questa iniziativa per raggiungerlo sono sbagliati. Risparmiamoci lezioni all’estero e l’attesa marea di cause legali intentate dai gruppi d’interesse contro le imprese svizzere.»
«Siamo convinti degli obiettivi dell’iniziativa. Ma i maggiori rischi di responsabilità e di reputazione sono insostenibili. Ecco perché voto NO.»
«La maggior parte delle imprese sono già impegnate a rispettare i diritti umani e le norme sull’ambiente. Si pretende che le imprese svizzere siano responsabili di tutte le azioni nel loro contesto commerciale – vale a dire anche per i clienti, i fornitori, i loro subfornitori, ecc. Sono del parere che le imprese – così come i privati – non possano essere ritenuti responsabili di azioni nel loro ambiente di cui non sono gli artefici. Questo discutibile pregiudizio della colpa deve essere affrontato con un “NO” deciso.»
«Richiesta motivata, strada sbagliata! Il controprogetto adottato dal Parlamento è migliore dell’iniziativa poco ponderata.»
«L’iniziativa punisce le imprese che producono in Svizzera. Questa discriminazione nei confronti delle imprese svizzere crea grandi disparità – soprattutto per l’industria dell’esportazione.»
«Come impresa svizzera tradizionale, siamo sempre consapevoli delle nostre radici e dei nostri valori. Questo ci obbliga a essere all’altezza della nostra responsabilità sociale ogni giorno e a dare il buon esempio.
Il controprogetto indiretto del Consiglio federale e del Parlamento è la strada giusta da seguire.»
Gerhard Janse, Prival SA | Peter Grütter, Asut | Philipp Buhofer, Kardex Holding | Othmar Baumann | Christian Wipf, Wipf Gruppe | Roberto Ramphos, economiesuisse | Andreas Juchli, JDMT Medical Services SA | Suzanne Thoma BKW SA | Adrian Baumann, CAYROS capital SA | Hansruedi Kölliker, KölliBeck SA | Ruedi Noser, Noser Gruppe | Thomas Staehelin, FROMER Advokatur & Notariat | Kurt Haering, EFSI SA | Michel Baumgartner, Baumgartner Grafik | Laurent Sigismondi, DKSH / RUAG | Daniel Spinnler, ADOX Energy Ltd. | Urs Egger, H+U Egger Consulting Sagl | Kaspar E.A. Wenger, Holcim Schweiz SA | Daniel Piazza, consiglio cantonale di Lucerna PPD | Emil Schreyger, Leipziger & Partner | Stefan Räbsamenm, PricewaterhouseCoopers SA | Giorgio Empoli, Chain IQ | Michel Galeazzi, Evoco SA | Daniel Model, Model Gruppe | Margrith von May, Bellevie Wohnen SA | Roland Leuenberger, Mal-Oase Sagl | Christoph Nüssli Marin Frey SA | Manfred Spiegel, itsbusiness SA | Peter Seier, Seier Consult | Thomas Isler, Gessner SA | Peter Nabholz, Raiffeisen | Stefan Vogler, Stefan Vogler markenexperte.ch | Max Pusterla, Max Mapuba | Peter Andreas Zahn, Enamelum Holding SA | Christoph Luchsinger, acad.jobs SA | Hanspeter Beerli, go4change | Luca Urgese, Basilea Città PLR | Matthias Huber, Verium SA | Franziska Tschudi Sauber, Weidmann Holding SA | Benno Luthiger, Informatikdienste ETH Zurigo | Chrisotph Syz, Patrimonium SA | Robert Naville, Köpflipartners SA | Peter Röthlisberger, Röthlisberger Schreinerei SA | Rudolf Hunziker, AFSW GmbH | Renato Menegola, Menegroup SA | Peter Grütter, Asut | Lorenz Amiet, Keller Swiss Group SA | Erwin Brunner, BrunnerInvest SA | Lucas Zurkirchen, IHZ | Yvan Lengwiler, Università di Basilea | Niklaus Traber, Holcim Suizzera | Mario Rutz, Lavoratore indipendente | Franz Hostettler, Stefisa – Wirth & Schwaar SA | François Gigon, NAFRA Conseils & Cie Sagl |Robert Arn, ARconseils | Alexander E. Brunner, Autore | Thomas Hess,PMI e associazione di categoria del Cantone di Zurigo | Stéphane Wyssa, Double You | Matthias Halusa, BASF Schweiz SA | Beat M. Schelling, SCHELLING SA | Benjamin Reinmann, Mathys SA Bettlach | Christian Bretscher, bretscher+partner SA | Franz Koller, koman SA | Rolf Holderegger, ITL Transport co. | Matthias Leuenberger, Novartis SA | Abhik Das, Golding Capital Partners | Franziska Tschudi Sauber, Weidmann Holding | Raymond Loretan, Swiss Medical Network | Ernst Uhler Energie Zürichsee LInth SA | Thomas Sauber, Lustenberger Rechtsanwälte | Franz Meyer, Landrat (BL) | Dr. Reto Müller, BLR&Partners SA | Stefan Kuhn, K+D Gruppe | Dr. Felix Horber, Swiss Re | Casimir Platzer, GastroSuisse | Lorenz Hirt, Federazione delle industrie alimentari svizzere fial | Dieter Kläy, Consiglio cantonale di Zurigo | Roberto Colonnello, economiesuisse | Christoph L. Wild, Dr. Wild & Co. SA | Gian-Luca Lardi, Associazione svizzera dei maestri costruttori | Philippe Cloux, Importexa SA | Marcel Dobler, Consiglio nazionale (SG, PLR) | Marcel Sennhauser, scienceindustries | Prof. Dr. Andreas Bohrer, Lonza Group SA | Dr. Markus Gautschi, Givaudan | Magdalena Martullo, EMS-Chemie SA | Carlo Centonze, HEIQ Materials SA | Valerie Diele-Braun, CABB Group | Dr. Felix Reiff, Bayer (Svizzera) SA | Andreas Bosshard, mepha Svizzera | Nick Traber, Holcim Svizzera SA | Thomas Flatt, SwissSign Group | Irene Thalmann, Direttore generale | Reto Müller, BLR & Partners | Hans Rudolf Fuchs, Pensionato | Peter Spuhler, Stadler Rail SA | Benjamin Reinmann, Mathys Bettlach SA | Dr. Christian Keller, IBM | Alain Marietta, Metalem SA | Daniel Liedtke, Hirslanden | Marcel Dobler Franz Carl, Webber & ICT Switzerland | David Frick, Nestlé SA | Herbert Scheidt, Vontobel | Eva Jaisli, PB Swiss Tools | Andreas Ruch, Ruch Metallbau SA | Caroline Forster, Forster Rohner SA | Dr. Thomas Wellauer, SIX Group | Ulrich Jakob Looser, BLR & Partners SA | Christoph Tobler, Sefar Holding SA | Daniel Hofer, Avenergy Suisse | Lukas Gähwiler, UBS Switzerland SA | Gian-Luca Lardi, SBV | Heinz Herren, Swisscom SA | Dr. Thierry Kenel, Fédération Horlogère Suisse | Andreas Burckhardt, Bâloise Holding | Roman Mazzotta, Syngenta | Peter von Grebel, PRO4S & Partner Sagl | Regine Sauter, Camera di commercio di Zurigo | Rudolf Mohler, ex direttore dell’ospedale | Josef Nietlispach, Profilpress SA | Hans Dietrich, membro del Consiglio di amministrazione | Walter Kielholz, Swiss Re | Gerold Bührer, già Consigliere Nazionale & ex presidente di economiesuisse | Marc Kästli, Kästli & Co SA | Christoph Ehrbar, The Hess Group SA | Meinrad Keller, ONOC Advisory Sagl | Franziska von Weissenfluh, BERNEXPO SA | Hans Altherr, WEISS SA | Luc Frutiger, Frutiger SA | Rolf Dörig, Swisslife | Vincent Riesen, Camera di Commercio e Industria del Vallese | Martin Leuch, imprenditore | Urs Rohner, Credit Suisse Group | Jan Mühlethaler, Associazione Svizzera d’Assicurazioni SIA | Roman Obrist, Camera di Commercio di Zurigo | Angel Serna, Zurigo Compagnia di Assicurazioni SA | Jürg Schwarzenbach, Marcaro SA | Marco Buholzer, MEEX Broker di assicurazione SA / Verlingue Svizzera | Barend Fruithof, Aebi Schmidt Holding SA | Sabine Fersch, Fersch-Management-Consulente | Berri Giosia, Head of Finance | Nicolas Tamari, Sucafina SA | Ramon Esteve, Ecom Agroindustrial Corp Ltd | Philippe Cloux, Importexa SA |